Pianarella – Via Grimonett

Pianarella - Via Grimonett

La Via Grimonett al Pianarella è stata la prima via di Finale in cui i salitori concepirono di avventurarsi sugli strapiombi rossi di gravione, riuscendo a vincerli, abbattendo così una notevole barriera psicologica. Ora è una grande classica tra le più belle ed importanti dell’intera area finalese, sia per l’eleganza del tracciato che per la continuità e bellezza dei passaggi. Resta meraviglioso il celebre il tiro delle erosioni, unico al mondo.

Lo splendido tiro dell'erosione

Zona: Orco Feglino

Sviluppo arrampicata: 250 metri

Apritori: Alessandro Grillo, Vittorio Simonetti il 1-6-1975

Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali ed un chiodo a pressione

Esposizione: ovest

Protezioni: resinati, fix, chiodi tradizionali

Difficoltà: 6c, 6a+ obbl.

Note: grandiosa arrampicata, data la fama e le moltissime ripetizioni, presenta alcuni passaggi con roccia un po’ usurata, questo ci porta a valutare i passaggi con un grado leggermente più alto della vecchia relazione.

Equipaggiamento: normale dotazione alpinistica, un paio di kevlar per eventuali clessidre

Accesso: dal casello di Feglino, scendere in direzione di Finale, parcheggiare poco dopo il bivio per Orco.

Avvicinamento: il sentiero parte nei pressi di una cappelletta, seguirlo fino ad un ometto che indica una traccia verso destra che in breve porta al punto più basso della parete, raggiunta la quale si sale circa 20 metri verso destra: la via parte in placca con resinati Raumer sulla verticale di un albero visibile sulla cengia soprastante. Ore 0,20.

Il meraviglioso tiro sulle erosioni

Relazione

L1: salire verticalmente un muro protetto a resinati (in comune con la Via Line), 6a, puntando all’albero di destra, traversare poi a sinistra sfruttandone le radici, 4a, fino a raggiungere l’albero di sinistra, sosta su albero, 15 m (si consiglia questa sosta per evitare il tiraggio delle corde). Originariamente la via saliva da cengia a destra raggiungendo facilmente l’albero con un traverso verso sinistra.

L2: bella fessura, purtroppo molto levigata, 6a, poi placca, 5c, salire un diedrino, 6a, uscire sulla cengia, presente una piccola clessidra alla base di un muretto che si supera, 6a, 1 passo, fino ad un resinato. Raggiungere quindi la cengia, non puntare ad una sosta su catena in alto ma spostarsi a destra in leggera discesa su sentiero/cengia  e raggiungere la nuova sosta su resinati alla base di un diedro, 45 m 

L3: salire il diedro verso un evidente chiodo ad anello dei primi salitori, 5c, girare lo spigolo quindi spostarsi leggermente a sinistra e salire il successivo diedro in dulfer, 6a, quindi proseguire con andamento verso destra, 5c, superare un muretto, 5c, attenzione ad un grande blocco staccato da non toccare, salire verso destra e raggiungere la cengia in prossimità degli alberi, sosta su 2 resinati, 45 m

L4: salire il breve muro poco appigliato ma ben protetto, 6a, quindi dopo una clessidra spostarsi verso destra, 4a, moschettonare un vecchio chiodo quindi andare verso sinistra, 4a, ed uscire su una rampa terrosa che porta alla grande cengia sotto alle erosioni. Spostarsi ancora 5 m a destra e reperire la sosta su 3 fix alla base della grande erosione, 30 m

L5: partire con un muro strapiombante con appigli lisciati, 6a+, con la prima protezione molto alta. In origine erano presenti 2 chiodi nella fessura appena a destra che permettevano di superare il passaggio in artificiale. Salire con bellissima arrampicata fisica lungo l’erosione, 5c con uscita 6a, sosta su 2 resinati, 35 m

L6: salire sfruttando il punto debole della parete a sinistra, 4c, quindi spostarsi in placca, 5a (tratto completamente sprotetto), e traversare decisamente a destra fino alla base dello strapiombo, 5a, (possibile sosta su un resinato e un chiodo tradizionale), superare lo strapiombo, 6c, quindi uscire verso destra in una nicchia, 6a, sosta nuova su resinati e sosta vecchia su 3 chiodi tradizionali, 1 vecchio spit e 1 resinato, da collegare, 20 m

L7: spostarsi a sinistra, 5c, e superare una pancia leggermente strapiombante, 6a+, spostarsi a destra e prendere due lame, poi proseguire fino ad un albero, 5c, superare il muro successivo, 5c, ed uscire sul terrazzino con sosta nuova su 2 resinati, 20 m

L8: salire il diedro grigio, 6b, affrontare la placca di sinistra, 5c, incontrando fittoni distanziati per poi piegare decisamente a sinistra tra ciuffi di lavanda fino ad un gradone terroso, sosta su resinati, 25 m

L9: salire al resinato circa 7 metri sopra la sosta, 4a, quindi traversare a destra in leggero strapiombo, 5c, per poi uscire, sempre verso destra su placca, 5a, salire gli ultimi metri, 4a, e sostare su alberi nel bosco sommitale.

Discesa: dall’uscita delle vie seguire una traccia che in breve porta da un sentiero più definito, che si segue per circa 150 metri verso sinistra fino ad una traccia che taglia ripida a sinistra nel bosco. Dopo circa 100 metri si raggiunge nuovamente il sentiero principale che scende verso sinistra, raggiungendo la strada presso la cappella, ore 0,30.

L'ostico diedro grigio di VII+ su L8
Il bel traverso in placca prima dello strapiombo di L6

Foto-relazione

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