Arrampicata

L'arrampicata nel Finalese

Un viaggio lungo le pareti di calcare Finalese

L’arrampicata di cui parleremo in questo sito si svolge su vie di più tiri in terreno d’avventura, grandi classiche e percorsi dimenticati.

Soprattutto per le vie più brevi il percorso è interpretato sovente a tiri corti, in modo di poter arrampicare senza attriti e muovendosi agilmente senza trascinare metri di corda inutile in parete.

Le relazioni che troviamo in questo sito sono state elaborate dalla Guida Alpina Gianni Lanza, che con la sua decennale esperienza ha percorso e ripercorso più volte questi itinerari, traendone una visione personale ma il più possibile obiettiva, indipendentemente da quanto riportano guide o manuali preesistenti.

Nelle relazioni traspare la mia visione dell’arrampicata, composta da tiri brevi se possibile con il primo ed il secondo sempre in vista, così da poter assicurare bene il compagno e poter comunicare facilmente; ciò non toglie che per chi vuole è sempre possibile accorpare più tiri, ciò che che viene qui descritto è solo indicativo, poi ognuno faccia liberamente le scelte tecniche che preferisce.

Ho scelto di gradare le vie storiche in scala UIAA, perché è così che sono nate, mi è parso che trasformare il tutto in scala francese non rendesse l’idea esatta della situazione. Le eventuali vie più moderne nate con la scala francese manterranno quella valutazione.

Alla base del mio pensiero è che nella valutazione dei singoli passaggi di arrampicata su vie di più tiri, il giudizio dato è sempre soggettivo e solo dopo un buon numero di ripetizioni e sentiti molti pareri si può arrivare ad una valutazione omogenea. Il grado nella mia filosofia è uno strumento per aver idea della difficoltà che troveremo affrontando una via, non un fine. L’invito in questo sito è di godersi ciò che è bello, non importa la difficoltà.

[…] Se non si aprissero vie di difficoltà superiore a quelle esistenti, dire quinto al posto di sesto grado non sarebbe di certo un progresso, ma solo un cambiamento di etichetta. C’è chi non l’ha ancora capito, e le sue relazioni tecniche potrebbero essere lette come dei capolavori umoristici, se non fossero invece dei mediocri esempi di maldestra malafede.

Tratto da: George Livanos, Al di là della Verticale, CDA & Vivalda Editori, Borgo San Dalmazzo, 2006

La gradazione: vecchie valutazioni, confusioni ed errori originali

La scala UIAA, che valuta la difficoltà dell’arrampicata su roccia, fino a circa metà degli anni Settanta è stata chiusa al VI superiore, definito come il passaggio dove il miglior alpinista con le migliori condizioni del terreno si trovava al proprio limite.

Successivamente con l’evoluzione dell’arrampicata si è deciso di aprire la scala verso l’alto, per evitare, come succedeva, di comprimere sempre di più le valutazioni verso il basso; ad esempio alcune vie di Messner valutate allora di V+ ora sono valutate 6c.

Sono molteplici gli elementi fuorvianti che portano a numerosissime interpretazioni nella conversione da scala UIAA a scala francese. Il primo consiste nel fatto che all’inizio degli anni ’80 arrampicare tirando i chiodi era considerato normalissimo. Alcune relazioni riportavano ad esempio:

salire il diedro 15 metri IV, 3 chiodi

dove questi chiodi erano intesi anche come appigli. Oggi nello stesso passaggio, affrontato veramente in libera, ci si trova ad utilizzare 3 ottimi appigli in meno e questo ne cambia decisamente la difficoltà.

Non dimentichiamo anche che fino agli anni Settanta per arrampicata libera si intendeva la salita senza corda o senza alcuna protezione.

Con l’arrivo della scala francese la conversione con la scala UIAA è risultata sfalsata soprattutto a partire dal V- e ciò ha creato un’ulteriore grande confusione. Facendo qualche ricerca si trovano addirittura diverse interpretazioni della conversione stessa.

In ogni caso un V+ (grado non banale) equivarrebbe ad un 5a. Sovente, in particolare nella valutazione di monotiri, questi gradi sono considerati facili, mentre in realtà in questo sito, che mantiene un legame col passato, il V+ è un grado difficile, anche considerando che percorriamo vie di più tiri, con protezioni a volte distanziate e non sempre recenti, che invitabilmente determinano il grado obbligatorio e condizionano psicologicamente la difficoltà.

 

Nel sito viene utilizzata la scala francese per le vie prevalentemente attrezzate con materiale moderno dove l’eventuale integrazione con protezioni veloci è facile e non strettamente obbligatoria; mentre con la scala UIAA vengono valutate le vie poco attrezzate, prevalentemente con chiodi tradizionali o spit vetusti, dove sia necessario sapersi proteggere con protezioni veloci ed eventualmente chiodi tradizionali

 

In questo sito valuteremo le vie in modo laico senza dogmi ne pregiudizi, tuttavia si tratterà sempre inevitabilmente di un’interpretazione soggettiva.

Dato il grande numero di monotiri presenti invitiamo gli arrampicatori di falesia a non utilizzare come monotiro (in top-rope) i tiri di partenza delle vie lunghe, per evitare di lisciare ulteriormente la roccia, in quanto per l’arrampicata sportiva esistono moltissime alternative.

L'arrampicata indoor

Supergiù Climb

Supergiù ASD promuove l’attività sportiva dilettantistica come strumento di formazione psico-fisica, specialmente riguardo l’arrampicata sportiva ed attività outdoor.

Per l’allenamento o nelle giornate di pioggia è la meta ideale per praticare l’arrampicata indoor e il boulder. La nuova palestra si trova in Via San Filippo a Finale Ligure.

Per info http://www.orcoclimb.it/ oppure https://www.facebook.com/SupergiuASD/

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