Quell’infanzia e quella adolescenza, mi hanno abituato a prendere schiaffi e calci in culo, ma anche a farmi attento, ad ingegnarmi a trovare sempre una soluzione, …insomma a vivere, sopravvivere….e lasciar vivere!
A farla breve, sono nato in tempi difficili, con le pezze nel culo, ed erano così tante, che sotto le mutande porto ancora il loro segno.
Ho lavorato e studiato, studiato e lavorato, perché bisognava pur mangiare.
Un ligure ha un grande orizzonte avanti a se: il mare. Ma da lì arrivava di tutto; le gioie del nuovo, del lavoro; i dolori di chi partiva in cerca di fortuna.
Quindi spesso ci si rivolgeva alle spalle, da dove scendeva la feroce tramontana che ora non c’è più, pure quella si sono mangiata! Là dietro ci sono piccoli, aspri monti, cosparsi di massi, rocce friabili che ci hanno sempre attirato, forse per cercare un po’ di pace alla “macaia”*. I liguri sono un popolo di indomiti masochisti, che fuggirono pure dai romani, sempre loro, per rifugiarsi sulle montagne.
Forse da quelle fughe nacque la nostra passione per i monti.
E sul nostro Appenino incominciammo a salire quel friabile serpentino. Il passo fu breve, ma la passione diventò grande; diventammo dei forti camminatori, marinai da scoglio, arrampicatori da erba.
I più determinati, appassionati e dotati, si avvicinarono alle montagne vere, quelle alte, con la neve, e si resero conto che riuscivano pure a salirle.
Che cime, che nomi…Cervino, Monte Bianco, Monte Rosa , Badile, Dolomiti…e poi Ande, Himalaya…pure io percorsi parte di quella grande strada. Ma…ma…bisognava pur sempre lavorare.
Una moglie, due figlie, che dovevano a tutti i costi avere un vita “migliore della mia”, quindi tempo libero poco, sacrifici tanti.
L’arte di sapermi arrangiare, frutto bellico, mi consentì di concepire, praticamente per primo , alcune innovazioni in campo arrampicatorio, che ora sono consuetudine: l’imbragatura bassa, le scarpette d’arrampicata sempre basse, il Grigri concepito dalle cinture di sicurezza delle auto. Purtroppo da ciò non venne profitto, poiché la San Marco che produceva le mie scarpe fallì, la cintura bassa non la vollero realizzare ed il Grigri, allora, non trovai un cane che lo volesse costruire. Pazienza!