Monte Cucco – Via del Tetto

Monte Cucco - Via del Tetto

La Via del Tetto a Monte Cucco è una bella arrampicata storica, che sale tra placche e fessure con carattere alpinistico: le protezioni infatti sono a vecchi chiodi resinati e in qualche tratto è utile integrare con qualche clessidra.

Nel secondo tiro si trova ancora lo storico chiodino a pressione piazzato da Mario Piotti in apertura, passaggio che successivamente fu salito in libera per la prima volta da Roberto Bonelli

Dafne sulla fessura di L1

Zona: Orco Feglino

Sviluppo arrampicata: 110 metri

Apritori: G. Calcagno, M. Piotti, il 10 ottobre 1968. Il passaggio chiave di L2 è stato liberato da Roberto Bonelli

Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali

Esposizione: ovest

Protezioni: chiodi tradizionali, qualche spit o fix o resinato, clessidre

Difficoltà: 6b (un breve passaggio), 5c obbl.

Note: una delle prime vie di Monte Cucco, molto estetica

Equipaggiamento: normale da arrampicata, eventuali friend fino al 2 BD utili se non si padroneggia il grado obbligatorio

Accesso: da Feglino scendere verso Finalborgo, al bivio prendere a sinistra per Orco, giunti alla Pizzeria il Rifugio svoltare in salita a destra fino al campeggio di Monte Cucco, e poco più avanti raggiungere un parcheggio sterrato

Avvicinamento: dal parcheggio salire per tracce fino alla base della parete, che si raggiunge nei pressi della Via Gufo + Corpus Domini, quindi andare a sinistra, oltrepassare la fessura della Via Pulce, dopo circa 40 m si raggiunge l’attacco della Via del Tetto, che parte in una placca chiusa a destra e a sinistra da 2 fessure che convergono verso una protezione con fettuccia penzolante. Ore 0,10.

Gianni sulla placca di L2

Relazione

L1: salire la placca al centro, presente una clessidra subito in partenza, salire ancora sfruttando i bei buchi sulla placca, 5a, quindi proteggersi poco più in alto una seconda clessidra difficile da vedere. Raggiungere un vecchio chiodo quindi un fix recente ed un vecchio spit arrugginito, 5a, rinviare sullo spit arrugginito, spostarsi un paio di passi a destra ed affrontare la bella fessura atletica ben protetta da un vecchio chiodo ad anello con fettuccia, 5c, salire ancora lungo il diedro verso un evidente chiodo, quindi raggiungere la sosta, 5a, sosta su resinati con catena, 30 m

L2: salire leggermente a sinistra, 5c, affrontare la placca nera che si supera con qualche passo tecnico verso sinistra, 6b oppure A0, presenti resinati e vecchio chiodo a pressione. Salire ancora con andamento verso sinistra ignorando una vecchia sosta su catena e gancio da gru, poi ad un alberello traversare in orizzontale a sinistra, 4c, raggiungendo una sosta con 2 resinati da collegare, 15 m

L3: salire a destra raggiungendo la fessura, 5a poi 5c, seguire la fessura fino al suo termine, quindi raggiungere il terrazzino di sosta in corrispondenza di un albero, sosta su spit e chiodo ad anello, 20 m

Da qui si hanno 2 possibilità:

L4A (uscita a destra del tetto): seguire la fessura con andamento verso destra, 4c, poi giunti ad un chiodo con anello schiacciato prima di un muretto spostarsi a destra ad un successivo chiodo e raggiungere la base di uno spigolo, 5a, che si aggira in strapiombo verso destra, 5c, sosta su 2 fix e clessidra in basso da collegare, 25 m

L5A: salire la facile placca, 3, che in breve porta alla cima, sosta su chiodo cementato con anello, 15 m

L4B (uscita a sinistra del tetto): seguire la fessura con andamento verso destra, 4c, poi salire il muretto verticale ben appigliato puntando ad un vecchio chiodo, 5a, quindi raggiungere la sosta in comune con Grillomania, sosta su 3 fix e 1 chiodo, 20 m

L5B: obliquare verso sinistra sotto all’imponente tetto, 5a, poi salire spostandosi a sinistra per aggirare il tetto, 6a+, presenti buone maniglie non visibili dietro lo spigolo, successivamente salire atleticamente con buoni appigli lungo la fessura, 5c, fino ad uscire sulla cima, 25 m. Attenzione: enorme blocco che si muove sopra il quale si trova la sosta con 2 resinati. Ci risulta sia sempre stato lì, ma consigliamo di prestare massima attenzione a non sollecitarlo troppo.

In alternativa, dalla S3 si può proseguire direttamente sulla Via Zandoninik affrontando una placca compatta protetta a vecchi chiodi universali resinati distanziati, 6a+, che conduce direttamente sotto il tetto dal quale ci si collega all’uscita di sinistra.

Discesa: dalla Cima del Monte Cucco reperire tracce nel bosco verso destra, tenendo, d’occhio il margine della parete. Dopo circa 200 metri ci si trova sopra al Canyon, si scende al suo interno grazie ad una corda fissa, lo si percorre verso ovest, poi si scende per roccette con spezzoni di corda, fino a raggiungere una corda fissa: si può scendere lungo di essa oppure fare una breve calata, 20 m. Scendere per sentiero (ancora breve tratto con corda fissa), si raggiunge la base della parete poi per traccia nel bosco si rientra al parcheggio. Ore 0,20. In alternativa scendere verso nord tra la fitta vegetazione  fino alla forcella di uscita del Diedro Canale, da cui ci si cala con 2  calate in doppia attrezzate da 30 metri, ore 0,20.

Dafne sulla fessura di L3
Dafne sull'uscita di sinistra della Via del Tetto da Zandoninik

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Foto-relazione

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