Monte Cucco – Via Supervit

Monte Cucco - Via Supervit

La Via Supervit nel settore Anfiteatro di Monte Cucco è uno spettacolare itinerario aperto nel 1972, che si snoda lungo i grandi strapiombi di questo settore.

Salita perlopiù in artificiale con grande intuito e coraggio degli apritori, oggi è percorribile con una bellissima quanto impegnativa arrampicata libera.

Gianni sul diedro di L1

Zona: Orco Feglino, Monte Cucco

Sviluppo arrampicata: 110 metri

Apritori: G. Calcagno, A. Grillo, V. Simonetti nel maggio del 1972

Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali

Esposizione: ovest

Protezioni: resinati, chiodi tradizionali, clessidre

Difficoltà: 6c, 6b+ obbl.

Note: bellissima ed originale via storica, itinerario con grande esposizione lungo i tetti dell’Anfiteatro. Dalla sosta di L3 è visibile a destra il grande tetto di Coralie

Equipaggiamento: normale da arrampicata, friend giallo, rosso e verde BD necessari soprattutto nel primo che risulta poco protetto, utili successivamente friend piccoli per integrare se non si padroneggia ampiamente il grado massimo

Accesso: da Feglino scendere verso Finalborgo, al bivio prendere a sinistra per Orco, giunti alla Pizzeria il Rifugio prendere in salita a destra fino al campeggio di Monte Cucco: poco più avanti piazzale sterrato con parcheggio per poche auto

Avvicinamento: dal parcheggio scendere lungo una stradina sterrata, dopo circa 200 m reperire la prima traccia che sale a sinistra e porta direttamente alla base del settore Anfiteatro: la via attacca lungo il diedro fessurato con andamento verso sinistra. Ore 0,10.

Gianni sull'impegnativa fessura strapiombante di L2

Relazione

L1: salire il diedro fessurato, 5c, raggiungendo una prima cengia dove è possibile moschettonare un vecchio chiodo, affrontare lo strapiombo ben ammanigliato, 5c fisico, quindi proseguire più facilmente raggiungendo la sosta su 2 resinati, 25 m

L2: affrontare direttamente la fessura che diviene sempre più strapiombante, 6c, uscire in placca, oltrepassare una sosta e raggiungere una grande cengia in cui si reperisce qualche metro a sinistra una sosta su 2 resinati, 25 m

L3: affrontare il piccolo strapiombo rossastro, 6a+, dopo un breve tratto più facile, 5b, proseguire seguendo le fessurazioni verso il grande tetto, 6a/6a+, raggiunto un vecchio golfare qui conviene sostare collegandolo con un nuovo resinato che condurrebbe alla sosta di Coralie (presenti anche 2 piccole clessidre, un vecchio fix ed un vecchio chiodo in alto), sosta su golfare, resinato e clessidre, 20 m (questa sosta è facoltativa ma a nostro avviso necessaria per non trovarsi in grande difficoltà per il tiraggio delle corde sulla placca dopo il traverso del tiro successivo)

L4: salire sopra la sosta, 6a+, quindi affrontare verso sinistra il traverso ben protetto sull’enorme tetto che a sorpresa presenta buoni appigli ma risulta molto fisico, 6c, uscire verticalmente in placca, 6a+, poi più facilmente raggiungere la sosta su 2 resinati su un comodo pulpito, 20 m (ancora visibile la sosta originale a chiodi in basso)

Qui la via originale proseguirebbe a destra verso un terrazzo vegetato per raggiungere con traverso verso destra l’uscita di Coralie, 5a. Il tiro risulta però completamente abbandonato, vegetato e sprotetto, pertanto abbiamo optato per proseguire sui nuovi resinati sopra la sosta.

L5: salire con movimenti tecnici e delicati un muretto strapiombante sopra la sosta, 6b+ (roccia fragile, prestare attenzione), proseguire verso uno strapiombino, 6a+, qui la roccia diviene grigia e più solida, superare il bombamento, 6b, poi placca, 5c, sosta su 2 resinati o più comodamente sosta su albero sulla sommità della parete, 20 m

Discesa: dall’uscita della via seguire la traccia che porta a sinistra per circa 30 m, raggiungendo il margine della parete e la corda fissa che permette di scendere in arrampicata con tratti di II grado fino a raggiungere il margine del canyon. Da qui seguire le evidenti tracce che costeggiano la parete in discesa e conducono ad un breve tratto con corda fissa e gradini in ferro, quindi ancora con una corda fissa scendere e raggiungere il sentiero di rientro che conduce al parcheggio. Ore 0,20.

Lungo il terzo tiro è ben visibile l'incombente tetto di Coralie
Dafne sullo spettacolare tetto di L4
La variante d'uscita

Foto-relazione

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