Rocca degli Uccelli – Via Senza Fantasia

Rocca Degli Uccelli - Via Senza Fantasia

Un’intuizione geniale di Alessandro Grillo, la Via Senza Fantasia alla Rocca degli Uccelli è un viaggio nella storia.
Ci capita sovente di restare ammirati dalla speciale capacità di lettura della roccia e della linea che ha avuto questo grande apritore: in questo caso si è superato, con un’intuizione straordinaria di un traverso a sinistra che conduce all’evidente spigolo strapiombante con una piccola fessura che porta in vetta, proprio al centro della Rocca degli Uccelli.
 
Dopo un primo tiro ormai da diversi anni resinato ed utilizzato come monotiro, si entra davvero nella storia della parete. In accordo con Alessandro Grillo abbiamo rinforzato le soste di L2 e L3: tutti i tiri restano integralmente attrezzati a chiodi tradizionali e clessidre. Abbiamo provveduto a sostituire i cordoni e cordini presenti su chiodi e clessidre, ribattuto e sostituito alcuni dei chiodi tradizionali che erano in cattive condizioni e, calandoci abbiamo pulito un po’ di vegetazione (a metà via abbiamo però rotto il seghetto, torneremo a concludere la pulizia ed a resinare le soste)
 
Ne risulta una via che, in piccolo, ricorda alcuni itinerari di sesto grado dolomitici.
Gianni sulla bellissima fessura di L1

Zona: Vezzi Portio, Rocca degli Uccelli Settore Centrale

Sviluppo arrampicata: 110 metri

Apritori: A. Grillo e M. Oliva nel novembre del 1982

Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali

Esposizione: nord-ovest

Protezioni: resinati per L1, chiodi tradizionali e clessidre per la restante parte della via. Soste rinforzate con fix.

Difficoltà: VII+ (6c), VI A0 obbl. 

Note: a parte il primo tiro (resinato) proponiamo la relazione in gradi UIAA per il tipo di protezioni presenti sui tiri. La parete è soggetta a restrizioni, si può arrampicare solo da inizio agosto a fine dicembre

Equipaggiamento: normale da arrampicata, eventuali friends utili ma non indispensabili, eventuale martello per ribattere i chiodi presenti, cordini per clessidre

Accesso: dal casello di Finale raggiungere l’Aurelia e proseguire verso Final Pia, poi seguire  per Calvisio, percorrere la valle in direzione di Vezzi Portio. In vista della parete salire a destra seguendo le indicazioni per Borgata Rocca: dopo un gruppo di case la strada diviene sterrata, parcheggiare qui in uno slargo nei pressi di un tornante.

Avvicinamento: dal tornante prendere un sentiero che scende qualche metro passando sotto alla caratteristica Roccia del Becco (U Beccu). Giunti alla base della parete costeggiarla verso sinistra poi seguire delle corde fisse verso destra, al termine delle quali parte la Via Vaccari (non attrezzata), che sale un’evidente fessura-diedro. Circa 4 metri a destra di essa, da un grande masso piatto, in una bellissima fessura grigia parte la via, scritta alla base. 10 minuti.

Gianni su L2
Dafne sul bel diedro di L3

Relazione

L1: affrontare l’evidente fessura che da freddi dà subito la sveglia, 6a, proseguire sempre seguendo la fessura che conduce leggermente verso destra, 6a, quindi superare l’ultimo muro lavorato, 6a, sosta su 2 resinati con catena, 30 m

L2: traversare a destra salendo lungo la fessura quindi in placca (è possibile moschettonare due soste resinate dei monotiri sottostanti), IV, salire su una cengia alberata (cordone su fico), quindi affrontare il muro leggermente a destra, V (cordino su clessidra), salire ora con passi delicati, VI (chiodi e una grande barra artigianale), proseguire leggermente verso destra (clessidra accoppiata con chiodo), V+ poi IV, ad un cordone su clessidra uscire in sosta con 2 fix e clessidra, 25 m (originariamente questo tiro era spezzato in due ma oggi a causa della vegetazione la sosta risulterebbe molto scomoda)

L3: salire il muretto a buchi a sinistra della sosta un po’ sporco di terra, IV, raggiungere quindi un bellissimo diedro fessurato (chiodi) con andamento verso sinistra, V+ poi V, quindi raggiungere la sosta su 2 chiodi e 3 fix, 20 m

L4: originariamente L4 ed L5 erano un unico tiro, oggi a nostro avviso ha più senso dividerlo per evitare un grande tiraggio delle corde. Qui prende vita la grande intuizione dell’apritore: traversare a sinistra (non seguire i chiodi che salgono di un’altra via), verso un chiodo con vecchio cordino, IV- poi V, aggirare ancora a sinistra lo spigolo con passi in discesa, V+, ad un vecchio chiodo scendere circa un metro raggiungendo la sosta su due resinati di Moulin Rouge, 10 m

L5: salire nuovamente al chiodo e proseguire verticalmente con arrampicata spettacolare ed elegantissima, VI poi V+ (chiodi e clessidre), affrontare quindi lo spettacolare spigolo strapiombante con arrampicata faticosa, VII (chiodi), superare un bombamento, VII+ (6c) o A0, quindi uscire leggermente a destra ad una clessidra per poi proseguire su muro verticale fessurato, VI (chiodi), quindi raggiunto un gradino salire prestando attenzione ai blocchi (cordone), uscire dalla parete un paio di metri reperendo la sosta su 2 resinati della Via Moulin Rouge, 25 m

Discesa: in doppia lungo la via, oppure dall’uscita scendere sul versante opposto prima per sentiero poi per sterrata, 15 minuti.

Dafne sul traverso di L4
Dafne sull'impegnativo L5 (tiro chiave)

Per questa via abbiamo utilizzato il materiale GRIVEL

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Foto-relazione

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