Rocca di Perti – Via Antica Hostaria

Rocca di Perti - Via Antica Hostaria

La Via Antica Osteria o Antica Hostaria alla Rocca di Perti è una bella arrampicata che si inerpica in luoghi selvaggi della Rocca stessa, attraverso una spettacolare e magica grotta elicoidale: ci piace pensare che il nome derivi proprio da questa grotta, che noi immaginiamo come un’antica osteria primitiva.

Zona: Rocca di Perti – Settore Settentrionale Destro

Sviluppo arrampicata: 200 metri

Apritori: E. Berruti, G.L. Grillo, L. Pizzorni, M. Rivarola, Febbraio 1982

Tipo di apertura: dal basso con chiodi tradizionali

Esposizione: sud-ovest

Protezioni: resinati, fix, chiodi tradizionali, clessidre

Difficoltà: 6a, 6a obbl.

Note: arrampicata varia abbastanza continua, di grande bellezza: per ripercorrerla occorre buon intuito, in quanto la richiodatura in alcuni tratti (seppur facili) è inesistente

Equipaggiamento: normale da arrampicata, qualche fettuccia

Accesso: da Finalborgo seguire la strada verso Calice, passare sotto l’autostrada, poco dopo prendere sulla destra una stradina (indicazione “palestra roccia Rocca Perti”), comodo parcheggio a fianco dell’autostrada.

Avvicinamento: risalire a piedi lungo la strada fino a reperire il sentierino che sale a sinistra verso le pareti (presente piccolo ometto). Raggiunta la Via Simonetta proseguire ancora a sinistra costeggiando la parete per circa 70 m, fino a reperire una traccia a destra che raggiunge la parete sulla verticale di un grottino giallo, nome scritto alla base in corrispondenza di un grande vecchio chiodo. Ore 0,30.

Relazione

L1: si attacca la fessura con buone prese leggermente strapiombante, utile proteggersi con un vecchio chiodo universale sulla sinistra, 5c, raggiunto il resinato proseguire in placca sulla destra, 5c, quindi proseguire con andamento verso destra, 5b, e traversare decisamente a destra sotto uno strapiombo, 5a, sosta su 2 resinati ed 1 fix, 25 m

L2: traversare verso destra in una bellissima placca lavorata che si sale, 5c, quindi salire fino a raggiungere un vecchio chiodo ad anello, 5b, da cui si sale verticalmente per placche, 5a, fino a raggiungere una piccola cengia alla base di una fessura verticale, sosta su chiodo e resinato, 30 m

L3: si sale la fessura con passi tecnici, 5c, poi passo di 6a, uscendone in alto a sinistra, 6a, per risalire un ultimo breve pilastrino, 4c, che porta sulla comoda cengia alberata dove si sosta su 2 fix, 15 m

L4: proseguire in tratto vegetato, quindi traversare decisamente a destra su un resinato, continuare orizzontalmente verso destra per aggirare un pilastro superando alcuni blocchi ed entrare in una spettacolare grotta elicoidale che si percorre al suo interno uscendo in una grande terrazza alberata, sosta su albero, 40 m

L5: salire una placca al margine della grotta, 4a, quindi andando sempre verso destra percorrere una cengia, 1, con albero secco dove si reperiscono 2 vecchi chiodi, più avanti un resinato indica la via, salire qui uno spigoletto, 5a, con una grande clessidra. Qui è possibile a piacere attrezzare una sosta, oppure proseguire ancora per una decina di metri verticalmente, 5a, visibile un resinato, fino a raggiungere la grande cengia alberata, sosta su albero, 35 m. 

L6: salire un bombamento verso destra, 5c, poi proseguire in fessura, 5a, poi andare a destra verso un albero, 5a, sosta su fix e catena, 30 m

L7 (Fessura Ivaldo): salire la fessura, 6a, proseguire per diedri verticali e fessura 5c, sosta su resinati, 25 m

Discesa: il sentiero scende a destra nel bosco, al primo bivio prendere a destra, al secondo ancora a destra: il sentiero risale per un breve tratto raggiungendo così la cengia alla base del settore dei monotiri della Testa dell’Elefante e Piotti Lavanda. Proseguire costeggiando la parete e poco prima di una cava reperire un sentiero che scende sulla destra (scorciatoia): raggiungere quindi la strada sterrata della cava che si segue fino alla macchina. Ore 0,45.

Foto-relazione

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